Partorire in casa, la storia di Marta

a cura di MARTA MAGI.

Storia di gravidanza e parto in casa, di perdita e di rinascita…..

Ho avuto una prima gravidanza bellissima, sono rimasta incinta subito appena si è aperto nel mio cuore la possibilità di ospitare una nuova anima nel mio ventre. Enea è arrivato in un pomeriggio di prima estate così come un fuoco e subito ho sentito la sua presenza. Mi dimenticavo le cose, facevo pasticci avevo la testa già da un’altra parte…quando ho fatto il test però non volevo crederci, penso di aver comprato almeno quattro test diversi e l’emozione era tale che la mente negava a più non posso. Ricordo che sono partita per uno yoga retreat dove insegnavo, un po’ persa un po’ immensamente felice. Avevo 29 anni ed ero piena di vitalità, devo ammettere che non ho cambiato molto il mio modo di vivere fino a che la pancia non ha incominciato a farsi bella grande ed è arrivato l’autunno, mi sono presa una bella influenza e ho capito che era giusto rallentare un po’…la verità era che mi sentivo così bene! La mia famiglia e la mia comunità di amici e lavorativa mi hanno supportato al massimo e anche mio marito era al settimo cielo. Mi facevo foto quasi ogni settimana per vedere quanto cresceva il pancino, aspettavo con ansia il momento dell’ecografia e degli incontri con la mia ostetrica Sara Veltro.

Abbiamo deciso che Enea sarebbe nato a casa fin da subito ma non lo dicevamo troppo in giro, mio papà non avrebbe capito o comunque sarebbe entrato in ansia e tanta gente in generale ancora in Italia è parecchio spaventata del parto in casa quando invece, se tutto procede come dovrebbe, è la cosa più bella e naturale che possa esserci. Ricordo la stanchezza, l’impazienza e la paura dell’ultimo periodo. Enea non si decideva ad uscire e temevo che mi inducessero il parto. Per fortuna il 15 Marzo al mattino mi sono svegliata con una piccola chiazza rossa sulle mutande e ho chiamato la mia ostetrica, ricordo che mi disse di stare a riposo e tranquilla ma che qualcosa aveva incominciato a muoversi (l’induzione sarebbe stata il 16…!). Ho passato la giornata a letto a scrivere la mia tesina per il corso di formazione di yoga in gravidanza mangiando, assopendomi con qualche dolorino tipo mestruale ogni tanto…fino alle 18 di sera è andata più o meno così. Avevo anche chiamato Sara dicendole che tutto sembrava tranquillo quando un uragano di forza ed energia mi ha investito, mi sono ritrovata a terra ululando e dicendo a Valerio, mio marito, di mettere la musica con la playlist preparata dalle mie amiche durante la cerimonia di Baby Blessing e di preparare subito il bagno caldo. Sono riuscita a raggiungere la vasca ma appena dentro dovevo già essere parecchio dilatata perché ho sentito la necessità di uscire per spingere, Enea voleva già arrivare in questo mondo con la sua testolina pelata. Uscire dalla vasca per arrivare sul letto è stato il momento più difficile avevo contrazioni ogni minuto e non riuscivo a stare in piedi per mettere l’accappatoio o per lo meno per sdraiarmi come volevo fare. Mi sono poi sdraiata sul letto continuando a vocalizzare tutti gli animali della foresta che mi si presentavano davanti agli occhi in questo spazio senza pausa e senza tempo, sentivo le mie anche aprirsi la mia pancia svuotarsi e sentivo Enea spingere!

Sara la mia ostetrica poverina si è precipitata più veloce della luce io avrei voluto anche partorire prima ma vedendo la faccia un po’ preoccupata anche se molto stabile di Valerio, ho capito che era meglio aspettare. Più che altro il tappo era già uscito ed io avevo proprio il desiderio di accovacciarmi e di spingere a più non posso. Il momento dell’espulsione è stato quello più bello, liberatorio di tutto: mi sono sentita una dea forte invincibile, mi sono sentita un tutt’uno con madre natura, con la sua capacità di generare, creare e dare vita. Mettendomi nella posizione di Malasana (la ghirlanda) è arrivato il nostro piccolo eroe con un piccolo Uè. Davanti al letto in cui lui è arrivato su questa terra, nella nostra casa, con i nostri profumi dove abbiamo riposato nei giorni a seguire. La nascita di un bambino è qualcosa di inspiegabile, ti spezza le gambe ti riempie fino a scoppiare, ti permette di esserci proprio lì in quel momento infinito e profondo intriso di magia. L’uscita della placenta è stato un po’ più laborioso e ringrazio profondamente ogni giorno la mia ostetrica e mio marito di essere stati lì vicino a me, la loro presenza mi ha portato serenità e piano piano è arrivata anche lei (successivamente abbiamo scoperto che aveva un attacco laterale un po’ anomalo che non era risultato da nessuna ecografia). Ricordo la prima notte di non aver chiuso occhio, ero talmente inondata di amore che non potevo far altro che guardare quell’esserino meraviglioso che mi respirava sulla pancia con gli occhi ed i pugnetti stretti.

Il post parto nei primi 40 giorni ha avuto parecchie onde su e giù, sopratutto perché l’allattamento non ingranava per il verso giusto avevo dolori terribili al seno e piangevo giorno e notte, alternando momenti di totale euforia e connessione profonda con tutto ciò che mi circondava. In questo ancora ringrazio chi mi è stato vicino e mi ha supportato e sostenuto anche a distanza, perché Enea è stato allattato felicemente fino ai 22 mesi. Circondarsi di donne di supporto nel periodo del puerperio trovo sia fondamentale, una volta questo ruolo lo facevano già le famiglie allargate, si partoriva in casa e si era seguiti in casa. Oggigiorno le donne in città sono spesso lasciate da sole perché il luogo in cui viviamo non permette dei rapporti costanti, il tempo che si ha è poco e anche il tempo a disposizione della maternità è spesso purtroppo poco. Io ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di gestirmi in proprio e che mi ha permesso un ritorno graduale senza dover rinunciare nè all’essere madre nè alla mia professione e realizzazione personale. Sono anche immensamente fortunata ad avere famiglia e amici che mi sostengono e l’hanno sempre fatto. Allattare al seno ha qualcosa di miracoloso, però nello stesso tempo credo sia giusto dire che debba seguire le necessità della mamma e del bambino.

Enea mi ha totalmente scombussolato e rivoluzionato la vita. Ora ha quasi due anni e mezzo, è un terremoto, ancora si sveglia la notte e siamo nella fase capricci sopratutto con il cibo con cui non è mai andato d’accordo. Ammetto di avere dei momenti di puro crollo in cui mi sembra di non farcela, fare i genitori è tutt’altro che cosa semplice!

Ora sono nuovamente in attesa e sono al quinto mese, mi sento bene e sono felice anche se sempre abbastanza esausta…! Ho avuto una perdita tra le due gravidanze ed è stato un momento difficile e doloroso, sopratutto perché durante il lock down del Covid, lontana da casa e dalle mie amiche…nello stesso tempo però non mi sono sentita sola neanche allora, ho avuto grandi benefici dall’essere connessa con la natura e con Valerio, mio compagno di vita, abbiamo elaborato il lutto anche con un piccolo rito. So che quell’anima sarà sempre con noi anche se forse non era arrivata nel momento giusto, o forse chissà voleva solo essere di passaggio...

Per la prima volta ho avuto nausee in questa seconda gravidanza, legate anche molto alla paura di perderla ancora o che qualcosa andasse storto, idea che mai prima mi si era palesata…ho fatto fatica a sentirmi connessa a questo pancino (o pancina) e oggi scrivendo ringrazio perché mi sta aiutando anche in questa connessione. In una seconda gravidanza tutto è diverso, ogni gravidanza è diversa e ogni bambino è diverso, anche io sono sicuramente diversa anche a distanza di pochi anni. Quindi grazie a Susanna e grazie a questo blog è stato bello rivivere tutto questo attraverso la scrittura. E grazie a tutte le donne meravigliose che sono guaritrici e potenti portali di questo mondo. 

Marta Magi